Quando arrivate a Piazzale Roma seguite le indicazioni per Rialto oppure prendete il vaporetto linea 2 e scendete alla fermata Rialto. Qui potrete ammirare il ponte più antico che attraversa il Canal Grande.

Ponte di Rialto: prima di avere l’aspetto che potete vedere oggi, fu dapprima ponte di barche, quindi ponte di legno e poi ponte levatoio per agevolare il passaggio delle barche. Rimase l’unico ponte che attraversava il Canal Grande fino al 1854, quando costruirono il ponte dell’Accademia. Il ponte di Rialto fu edificato per la necessità di scambiare merci e di fare mercato.

Il mercato di Rialto è ancora molto frequentato da tutti i veneziani soprattutto il sabato mattina, giornata dedicata alla spesa ed è ricco di bancarelle di pesce fresco e di verdura e frutta proveniente dagli orti dell’isola lagunare di S. Erasmo.

Dopo aver visitato il mercato e il ponte , attraversatelo e prendete la strada più frequentata di Venezia:

le Mercerie, la lunga arteria che conduce da Rialto a San Marco. Percorrendo questa strada potete trovare tanti negozi, tra cui la storica pasticceria Rosa Salva dove vi consigliamo di assaggiare le pizzette e le pastine. Proseguite fino alla fine della strada e vi troverete a San Marco, la piazza più elegante d’Europa, circondata dalle Procuratie vecchie e nuove con i suoi Caffè più famosi: lo storico Caffè Florian e il Quadri. Non stupitevi dei prezzi altissimi se vi sedete nel plateatico di questi due bar: state guardando uno dei luoghi più belli e soprattutto unico al mondo, siete seduti su un pezzo di storia e di cultura. Se non volete pagare molto allora non sedetevi e prendete il caffè al banco 🙂

In fondo alla piazza si erge la Basilica di San Marco con i suoi 8000 metri quadri di mosaici che ricoprono le pareti, le volte e le cupole, Mosaici che raccontano 8 secoli di storia. Di fronte alla Basilica svetta el Paron de Casa, il Campanile di San Marco che con i suoi 100 metri di altezza fu anche faro per le navi che entravano dal mare in Bacino. La piazza si apre verso la laguna con il Palazzo Ducale da una parte, e la Biblioteca Marciana dall’altra.

Il Palazzo Ducale fu sede del Doge e del Maggior Consiglio, la sua bellezza si basa su un astuto paradosso estetico e fisico, connesso al fatto che la pesante mole del corpo principale è sorretta da quelli che sembrano esili colonnati intarsiati, all’interno opere di maestri quali: Tintoretto, Tiziano, Veronese, Jacopo Palma il giovane ecc. Il nostro consiglio è di seguire le visite guidate che potete trovare qui.

La Biblioteca Marciana è una delle più grandi biblioteche italiane e contiene una delle più pregiate raccolte di manoscritti greci, latini ed orientali del mondo.

Nel 1603 entrò in vigore una legge che impose a ogni stampatore veneto di depositare una copia di ogni libro stampato presso la Marciana, che divenne così la biblioteca istituzionale della Serenissima Repubblica. Dopo la caduta di Venezia, le raccolte di enti religiosi soppressi da Napoleone confluirono in parte nella Biblioteca Marciana.

Nel 1811 la biblioteca venne trasferita nel Palazzo Ducale. Solo nel 1924 tornò nella sua sede storica. Oggi occupa, oltre al Palazzo della Libreria, anche la Fabbrica della Zecca di Jacopo Sansovino.

Le colonne di San Marco e Todaro sono le due colonne che si ergono davanti al molo della piazza e di cui abbiamo già parlato qui

L’orologio dei Mori (la torre dell’orologio) è la porta che dalle Mercerie porta dentro Piazza san Marco. Il quadrante dell’orologio è in oro e smalto blu; segna ora, giorno, fasi lunari e zodiaco. E’ dotato anche di un meccanismo a carillon, attivato tradizionalmente solo nei giorni dell’Epifania e dell’Ascensione. A ogni scoccare di ora, il pannello laterale delle ore si apre per lasciare passare un carosello di statue in legno rappresentanti i personaggi della Natività e i Re Magi.

Famosi sono i cosiddetti Mori di Venezia, soprannominati così per il loro colore bruno dai Veneziani. Posti alla sommità della Torre su una terrazza, sono due statue di bronzo raffiguranti due pastori che battono con una mazza le ore su una grande campana. Essi sono molto simili ma non uguali, e la differenza visibile consiste nel particolare della barba, di cui uno è sprovvisto. Il Moro barbuto è denominato il “vecchio”, l’altro il “giovane”. A questa attribuzione di ruoli contribuisce un particolare ben preciso. I Mori segnano le ore battendo la campana coi loro martelli (tanti rintocchi quante sono le ore), ma con una precisa modalità. Il Moro Vecchio batte le ore due minuti prima dell’ora esatta, a rappresentare il tempo che è passato, mentre il Moro Giovane suona l’ora due minuti dopo per rappresentare il tempo che verrà.