A Venezia la tradizione culinaria non prevede una grande gamma di dolci. Un tempo si mangiava:

la Pinsa fatta con il pane raffermo ammollato nel latte e le uvette

i Baicoli biscotti molto sottili che venivano mangiati durante i lunghi viaggi in nave

le Frittele dolce tipico del Carnevale

i Bussolai buranelli ottimi da intingere a fine pasto nel vino

le Spumiglie più piccole delle meringhe e senza panna e spesso colorate

la Fugassa o focaccia, dolce morbido che si mangia a Pasqua (c’è anche la variante più piccola: la fugasseta, la focaccina)

il Pan del Doge tipico dolce che si trovava ai banchetti e sulla tavola del doge di Venezia

i ZALETI di cui riportiamo la ricetta tradizionale che ha poco a che vedere con quelli che si possono trovare al giorno d’oggi in molti negozi

La vera ricetta (dal grande Agnoletti) è la seguente:

Mescolate insieme un chilogrammo di farina di frumento con mezzo chilogrammo di farina di granturco (tipo 00) e stemperatevi all’interno un panino di lievito di birra sciolto in acqua tiepida e lasciate riposare per una decina di ore.

Aggiungetevi poi ancora un chilogrammo di farina di frumento e mezzo di granturco, sale quanto basta, settecento grammi di burro, un buon pizzico di anice, una scorza tritata di cedro (o limone o arancia) e seicento grammi di zibibbo o di uva sultanina (che prima avrete lasciato una mezz’ora in acqua tiepida).

Aggiungete assieme l’acqua intiepidita necessaria ed impastate a mano fino ad ottenere una pasta maneggevole e leggera; fatene allora, a vostro piacere, dei bastoncini schiacciati lunghi un dito ovvero, col mattarello prima e con una rotella da pizza poi, formate dei biscotti a forma di galletto e ponete il tutto al tepore di una stufa.

Quando saranno ben lievitati, poneteli al forno già caldo e quando avranno preso colore glassateli con zucchero sciolto in rosso d’uovo o in acqua; allorché la glassa sarà asciutta, serviteli in tavola ben caldi sopra una salvietta.