Pubblichiamo la mappa delle maschere italiane tipiche per regione italiana (pianetabambini.it)

 

 

La Commedia dell’Arte (in questo caso “Arte” significa mestiere, abilità) ha origini molto incerte; si potrebbe dire che è una mescolanza tra le farse, il teatro erudito e la commedia istrionica. Infatti fu anche detta Commedia “buffonesca” o “istrionica” perché conservava un forte legame con i mimi goliardici; ma fu anche chiamata Commedia “all’improvviso” o “a soggetto” o “a catenaccio” in quanto gli attori, basandosi su una traccia scritta, detta “canovaccio”, costruivano lo spettacolo che poi, di volta in volta, ricreavano. Fu anche detta “Commedia delle maschere” perché gli attori, per aver più presa sul pubblico, pensarono di valersi di maschere già conosciute dal popolo attraverso gli spettacoli di piazza. E infine fu anche chiamata “Commedia all’italiana” grazie alle compagnie che, nel 1600, con le loro tournées la fecero conoscere in tutta Europa.

La prima compagnia si formò a Padova nel 1545 ed era costituita solo da uomini e solo nel 1570, quandosi costituì la prima vera Compagnia ordinata, le donne furono ammesse in scena. Fu una novità scandalosa. La prima donna – attrice veneziana fu Vincenza Armani.

I personaggi basilari che si trovavano all’interno delle varie compagnie erano:
i due vecchi: Pantalone, detto anche il Magnifico, veneziano (accompagnato sempre dal suo servo, lo Zanni che più tardi si chiamerà Arlecchino) e il Dottore, bolognese.
I due Zanni: Brighella e Arlecchino, chiamati anche Mezzettino, Truffaldino, Trivelino, Stoppino, Zaccagnino, Pedrolino e anche Pulcinella e Tartaglia e anche Mattaccino (anche se il Mattaccino non è un personaggio generato dalla Commedia dell’Arte, ma è preesistente ad essa)
Il Capitano, discendente diretto dal “Miles Gloriosus” di Plauto;
gli Amorosi (che non portavano mai la maschera);
la prima dama;
la seconda dama;
la servetta (che non sempre indossavano la maschera).

Come vedete dalla mappa i personaggi provenienti da Venezia sono Colombina, Pantalone e Rosaura (la dama)

Colombina:

Nel “servitore di due padroni” di Carlo Goldoni, Colombina prende il nome di Smeraldina e l’Autore ne sottolinea il carattere dversificandolo in maniera definitiva da quello della Commedia dell’Arte. Rimane sempre briosa e astuta ma qui ne sono sottolineate maggiormente l’onestà, l’aggressività e l’intelligenza.

Colombina è una delle maschere più amate dal pubblico.

Pantalone:

Fino alla fine del Seicento il costume che indossava non subì modifiche: portava pantaloni (sembra che l’indumento derivi proprio dal nome della maschera) molto aderenti, lunghi e rossi, una giacchetta rossa con una cintura in vita alla quale erano appesi una borsa col denaro e un pugnale. Indossava una zimarra (sopravveste maschile) a volte foderata di ermellino, di color rosso che diventerà, col tempo, nera, in segno di lutto, per ricordare la perdita del dominio di Negroponte da parte della Serenissima. Calzava pianelle nere con la punta all’insù. I suoi copricapi erano vari ma noi lo ricordiamo con un berretto di lana rosso o nero. La maschera aveva un naso lungo e adunco, sopracciglia accentuate; portava i baffi e la barbetta appuntita e, a volta, all’insù e capelli lunghi. Era canuto.

Nella riforma goldoniana Pantalone perde definitivamente la maschera e diventa personaggio che racchiude in sé tutte le caratteristiche della borghesia della Serenissima sottolineandone sia i pregi che i difetti. Il Pantalone goldoniano si rivela un uomo che ha dentro di sé affetti profondi e una sorta di generosità anche se nessuno sembra avvedersene.
Ricordiamo Cesco Baseggio, uno degli attori più amati dai veneziani, grande interprete goldoniano soprattutto nel suo impareggiabile “Sior Todaro Brontolon” di Goldoni.

(tratto da: Dalle maschere al carnevale. Curiosità, storie e tradizioni di Michela Brugnera)