La fine di ottobre e l’inizio di novembre rappresentano la conclusione del periodo estivo, il momento in cui la terra si allontana dal sole e i giorni cominciano a diventare più corti delle notti. La natura si prepara all’inverno, gli alberi lentamente si spogliano delle foglie e la nebbia si fa strada in mezzo alla laguna.

In tutto il mondo si celebra in questo periodo la commemorazione dei defunti.

Halloween è una festa tradizionale anglosassone che non appartiene alla nostra cultura popolare. Ha origini irlandesi ed è una festa pagana che venne sostituita dalla Chiesa cattolica con la festa di Ognissanti il 1 novembre. Dopo che il protestantesimo interruppe la tradizione di Ognissanti, in ambito anglosassone si continuò a celebrare Halloween come festa laica.

Negli USA, a partire dalla metà dell’Ottocento, la festa si diffuse (specialmente a causa dell’immigrazione irlandese) fino a diventare, nel secolo XX, una delle principali festività statunitensi.

La parola Halloween è una contrazione del nome completo All Hallows’ Eve, che tradotto significa “Notte di tutti gli spiriti sacri”, cioè la vigilia di Ognissanti.

La pratica di mascherarsi si rifà alla pratica tardomedievale dell’elemosina, quando la gente povera andava porta a porta a Ognissanti (il 1º novembre) e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti il giorno della Commemorazione dei defunti (il 2 novembre). Questa usanza nacque in Irlanda e Gran Bretagna, sebbene pratiche simili per le anime dei morti si rinvengano anche in Sud Italia.

 

A Venezia è rimasta ancora molto forte la tradizione popolare della celebrazione dei santi e dei defunti nei primi giorni di novembre. Così, mentre il 31 ottobre si festeggia Halloween come fosse un Carnevale anticipato, il 1 novembre, festa degli Ognissanti, le scuole sono chiuse, tutti stanno a casa dal lavoro e si mangia il tipico dolcetto del giorno dei morti: le favette dolci, biscottini color pastello di pasta di mandorla e zucchero. Si dice che mangiare tali dolciumi porti fortuna, in quanto richiamano la protezione dei cari defunti, in modo che possano proteggere dalla rigidezza dell’inverno. Inoltre leggenda vuole che già nel VII – VI sec. a.C. nell’area del Mediterraneo le fave fossero legate al mondo dei morti poiché il fiore di questo legume è bianco ma macchiato al centro di nero (simbolo di morte) e costituivano un mezzo di comunicazione diretto tra il mondo dei morti ed il mondo dei vivi perché erano considerate in grado di trasferire negli esseri viventi le anime dei trapassati.

 

Quest’anno a Venezia ci sarà il ponte tradizionale galleggiante che parte dalle Fondamente Nuove e arriva fino all’isola di San Michele, il cimitero della città. Sarà aperto esclusivamente ai veneziani fino al 3 novembre compreso per rispettare l’intimità del culto dei morti. Poi resterà aperto fino al 10 novembre.