Le torri campanarie a Venezia sono 84 e la più conosciuta è senz’altro il Campanile di San Marco che è alto circa 100 metri. Sulla sua sommità vi è un angelo dorato, le cui ali girevoli indicano la direzione in cui soffia il vento. Si erge, isolato, in un angolo di piazza San Marco di fronte alla basilica. Di forma semplice, si compone di una canna di mattoni, sopra la quale si trova la cella campanaria.

Il campanile crollò su sé stesso il 14 luglio 1902, (senza provocare alcuna vittima). Vennero distrutte completamente la loggetta alla base del campanile e un angolo della libreria del Sansovino. La “pietra del bando”, un tozzo tronco di colonna in porfido, su cui al tempo della repubblica venivano bandite le leggi, protesse dalle macerie l’angolo della basilica di San Marco, salvandola dal crollo. Venne ricostruito in meno di 10 anni ed inaugurato il 25 aprile del 1912, giorno della commemorazione di S. Marco, il patrono di Venezia.

Le campane poste nel Campanile di San Marco sono cinque i cui nomi sono legati alle occasioni in cui venivano anticamente utilizzate: la “Maleficio”  o Renghiera annunciava le sentenze capitali in Piazzetta; la “Marangona”  o Carpentiera detta anche Campanon, segnava l’orario di inizio e fine del lavoro dei carpentieri (o marangoni) dell’Arsenale; la “mezzana” suonava a mezzogiorno; la “Pregadi” annunciava ai senatori che l’orario delle loro riunioni in Palazzo Ducale era giunto; la “Trottera” invitava i nobili di Venezia a mettere al trotto i loro cavalli per non arrivare tardi alle loro convocazioni sempre in Palazzo Ducale.

La “Marangona”, la campana più grande, fu per curiosità la sola su tutte che non fu distrutta dal crollo del Campanile di San Marco.

In passato, la base del campanile era circondata da osterie e botteghe in legno in cui ci si ristorava. Da queste deriva il modo di dire veneziano andemo a bever n’ombra (andiamo a bere un’ombra), che significava andemo a bever en goto de vin al’ombra del campanil (andiamo a bere un bicchiere di vino all’ombra del campanile).